Villa Gino Borgomaneri – Via Roma, 1
La Villa di Gino Borgomaneri si affiancava, unitamente all’altra Villa di Carlo Borgomaneri, all’omonima manifattura tessile, in quel sistema abitativo che prevedeva la realizzazione delle residenza privata aristocratica nei pressi immediati dello stabilimento produttivo. Questo modello, molto frequente in Gallarate e nella vicina Busto Arsizio, evidenziava il desiderio della nuova aristocrazia industriale di affermare compiutamente il proprio ‘status’ agli occhi tanto delle maestranze produttive quanto dell’intera cittadinanza. Gino Borgomaneri, figlio di Alessandro fondatore della tessitura, ricoprì numerose cariche prestigiose sia nell’azienda di famiglia sia in altre aziende gallaratesi; inoltre egli si dimostrò interessato ed aperto alle recenti innovazioni in campo artistico, di cui si coglie un riflesso nelle scelte estetiche effettuate per le proprie dimore, sebbene limitato alle decorazioni e a poche soluzioni strutturali. Gino Borgomaneri scelse di affidare allo Studio Filippo Tenconi e Carlo Moroni la realizzazione di un villino nell’anno 1907, secondo i dettami dello stile allora in voga, il liberty, di cui ancora oggi costituisce uno dei migliori esempi esistenti in Gallarate. L’edificio di pianta irregolare si dispone su tre piani più un quarto interrato, adibito a locale caldaia, lavanderia, ripostiglio e cantina. Esso è animato essenzialmente dal contrasto tra il mattone a vista e le zone lavorate con cemento scanalato, accompagnate da decorazioni poste principalmente intorno alle aperture, e splendidi ferri battuti ancora originali nei cancelli e balconi. Fra le aperture ci sono decorazioni simili a forma di croce; tale decorazione diviene maggiormente elaborata sulle aperture del piano nobile attorno a cui si avvolgono linee sinuose con applicazioni di foglie e fiori che formano archi ribassati. Di sicuro effetto è la torretta angolare, che sottolinea lo sviluppo in verticale del villino; ma anche altri elementi rimandano alla verticalità: la cornice esterna in cemento chiara, le varie altezze raggiunte dai corpi, i tetti interrotti da rialzi e sormontati dai pennoni. Tuttavia i progettisti hanno anche creato elementi e linee orizzontali contrapposte alle ascensionali, quali il cotto dei mattoni e le scanalature parallele al terreno.
Scheda a cura della Delegazione FAI del Seprio