Caprifoglio peloso
Caprifogliaceae
Il termine del genere, Lonicera, fu coniato in onore del botanico e medico Adam Lonitzer. Il nome specifico deriva dal greco xylon e osteon che significa ‘legno duro come osso’; invece il termine ‘caprifoglio peloso’ è dato dall’aspetto tomentoso delle foglie e per l’appartenenza alla famiglia caprifogliaceae. Questo arbusto prospera, fino a 1600 metri di altitudine, nelle foreste di latifoglie (faggete, quercete), cespuglieti e siepi di tutta la penisola italiana compresa la Sicilia. Specie eliofila, predilige suoli calcarei ma si adatta bene ad altri tipi di terreno. Le bacche del Caprifoglio peloso contengono un glucoside tossico e amaro chiamato xylosteina che causa avvelenamenti con nausea e diarrea.
La pianta si presenta come un arbusto caducifoglio cespuglioso a chioma ovale, non più alto di 2-3 metri, molto ramificato e a portamento abbastanza eretto. I rami più anziani presentano una corteccia grigia con screpolature longitudinali, mentre i rametti giovani sono pelosi di colore rosso-brunastro e disposti in modo alternato.
Le foglie sono opposte, ellittiche o quasi ovoidali, lunghe 5-6 cm, e presentano una evidente e morbida peluria principalmente sulla pagina inferiore. Presentano un margine intero e un apice appuntito. Il colore delle foglie varia dal verde grigiastro al verde-bluastro.
I fiori, ermafroditi, sono eretti e posizionati al termine di una coppia di peduncoli pelosi che emergono dalla base di due foglioline; ciascun peduncolo presenta due fiori. La corolla brevemente tubulosa nella parte inferiore, è scissa in due labbra, delle quali l’inferiore, più piccola, tende a ripiegarsi. Il colore dei fiori, inizialmente bianco latteo, tende a diventare giallastro al termine della fioritura. I fiori compaiono da maggio a luglio.
I frutti sono delle bacche sferiche dal colore rosso acceso, un po’ schiacciate alle estremità; sono grandi circa 5-6 mm e contengono 4-5 piccoli semi.